In merito al calcolo del vantaggio residuo previsto dalle regole operative, si chiede un chiarimento sulla metodologia da applicare ai flussi finanziari della restituzione.


Nelle regole operative si è fatto riferimento ai flussi finanziari durante il periodo di restituzione secondo l'ottica standard dei flussi di cassa dal punto di vista dell'operatore, intendendo peraltro con ciò dare evidenza che, nel caso in cui i ricavi siano inferiori ai costi, l'operatore sta subendo una passività, ovverosia sta restituendo. Tale visione è coerente con il fatto che, specularmente, nel periodo di anticipazione, invece, i flussi finanziari dell'operatore sono ovviamente positivi. Questa è in effetti la logica generale sottesa al meccanismo di anticipazione e restituzione, per cui, dal punto di vista dell'operatore, si ha nella fase di anticipazione un beneficio, mentre nella fase successiva si dovrebbe progressivamente restituire il beneficio.

D'altro canto, nel D.M.204/2025, il vantaggio residuo viene definito con riferimento alla “differenza, se positiva, tra il valore attualizzato dei flussi finanziari durante il periodo di anticipazione e il valore attualizzato dei flussi finanziari durante il periodo di restituzione”. In tale definizione il concetto di “differenza” consente di porre in evidenza che c'è un confronto tra quanto ricevuto in anticipazione e quanto successivamente restituito, rendendo l'idea che occorre comparare la magnitudine di due valori, in cui il primo termine dovrebbe esprimere un vantaggio e il secondo termine una progressiva restituzione del vantaggio (e difatti ci si riferisce al “vantaggio residuo”). Tali due valori, però, se venissero espressi dal punto di vista dell'operatore andrebbero combinati non necessariamente come una differenza, ma come una somma algebrica, perché la restituzione quando comporta una passività per l'operatore ha segno negativo.

Pertanto, ai fini di conservare il concetto e il segno di differenza, nella formula che esprime il calcolo del vantaggio residuo il valore della restituzione R va inserito invertito di segno rispetto alla logica dell'operatore, ovverosia come differenza tra costi e ricavi. In tal modo, qualora ad esempio per tutta la durata della fase di restituzione i ricavi fossero minori dei costi, R andrebbe inserito nella formula del vantaggio residuo con valore positivo, esprimendo una restituzione del beneficio percepito nella fase di anticipazione, e determinando pertanto un vantaggio residuo minore dell'ammontare dell'anticipazione. Viceversa, qualora nel periodo di restituzione i ricavi fossero complessivamente superiori ai costi, R andrebbe inserito nella formula di calcolo del vantaggio residuo con valore negativo (e dunque la presenza di due segni negativi porterebbe a calcolare una somma), poiché in tal caso i flussi di cassa del periodo di restituzione non avrebbero minimamente eroso il beneficio percepito nella fase di anticipazione (ma comunque ciò non determinerebbe un incremento del vantaggio residuo, data la presenza della funzione di minimo nella formulazione del vantaggio residuo stesso, ovverosia data la condizione che il vantaggio residuo può assumere solo valori non superiori all'ammontare dell'anticipazione).

CODICE ARTICOLO: KB0017650
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2025-12-04
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 2025-12-04 13:01:14
VALUTAZIONE: null
VISUALIZZAZIONI: 56