Per ciascuna ora, viene calcolata l'energia elettrica autoconsumata dalla configurazione come il minor valore tra l'energia complessivamente immessa in rete dagli impianti di produzione e la somma delle energie prelevate nella stessa ora da ciascun consumatore.
Figura 1 - calcolo orario dell'energia autoconsumata con prelievo in eccesso
Figura 2 - calcolo orario dell'energia autoconsumata con immissione in eccesso
L'energia elettrica autoconsumata in ciascuna ora dalla configurazione, calcolata come sopra riportato, viene attribuita ai diversi impianti (incentivati e non incentivati) secondo un algoritmo che prevede la distribuzione prioritaria in base alla data di entrata in esercizio degli impianti, fino al valore massimo di energia immessa da ciascun impianto. Se il valore di energia autoconsumata è maggiore dell'energia immessa dall'impianto entrato in esercizio prima, si passa al successivo impianto e così via, fino ad esaurimento dell'energia autoconsumata.
Figura 3 - algoritmo di ripartizione dell'energia condivisa
Le differenti tariffe incentivanti vengono, dunque, riconosciute sull'energia elettrica attribuita a ciascun impianto incentivato.
Si precisa che la tariffa incentivante non può essere riconosciuta sull'energia elettrica ascrivibile alla quota di potenza realizzata ai fini dell'assolvimento degli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione (c.d. potenza d'obbligo), né alla quota di potenza che accede al Superbonus (max 20 kW).
Pertanto, in tal caso l'energia autoconsumata attribuita all'impianto viene rimodulata in funzione dell'eventuale potenza eccedente la quota d'obbligo o la quota in Superbonus, fermo restando il diritto al corrispettivo di valorizzazione per tutta la potenza dell'impianto di produzione.